martedì 6 novembre 2007

RAZZISMO A MONTEROTONDO

"Monterotondo: bomba carta e scritte xenofobe contro negozio rumeno: azione riconducibile a giovani di estrema destra." La notizia dell'azione avvenuta sabato sera nella città alle porte di Roma si è diffusa a macchia d'olio in ogni testata giornalistica a livello nazionale. Un simile gesto non può che ricevere il più totale disprezzo da noi ragazzi di Azione Giovani Monterotondo. Passare da un eccesso all'altro è assurdo. In questo modo l'attenzione che dovrebbe essere posta unicamente sul problema che più affligge i cittadini, ossia l'immigrazione clandestina come fonte di delinquenza, viene spostata su di una nuova apparente emergenza gridata a gran voce dalla sinistra: il razzismo. Un problema reale e collettivo quale è allo stato attuale la sicurezza, viene sopraffatto così dal problema razzismo: a mio avviso un gesto di qualche idiota non può definirsi problema collettivo. Si corre il rischio non trascurabile di facilitare la sinistra nel tentativo di dipingere la Destra intera come razzista (e Ferrero non ha perso tempo!). L'essere contro l'immigrazione sregolata per la tutela della sicurezza non può essere scambiato per comodità con il razzismo, anche perché quest'ultimo può trovare una soluzione valida solo nella disciplina per cui la Destra si batte da sempre. Gli ultimi episodi di sapore xenofobo verificatisi in Italia sono motivati dall’esasperazione della gente la quale, non sentendosi più tutelata da una giustizia che assegna sei anni di "reclusione" in un residence al mare ad un rom ubriaco per aver ucciso quattro giovani, arriva addirittura a farsi giustizia da sola tentando di incendiare il campo di provenienza dell'assassino. La vera causa del razzismo e della xenofobia è da ricercarsi dunque nella mancanza di ordine. Tra l'altro nelle numerosissime interviste fatte a rumeni in seguito alla drammatica vicenda di Giovanna Reggiani, si è notato come chi viene qui a lavorare onestamente è il primo a scagliarsi contro l'illegalità. Vietare ad un immigrato l'accesso in Italia perchè non ha la certezza di un lavoro significa tutelare pure lui precludendolo da situazioni difficili che lo porterebbero a delinquere. Meglio estirpare il problema alla radice, onde evitare altri risvolti di violenza.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il problema è infatti la perdita di riferimenti da parte del cittadino.
Lo Stato non solo non garantisce una sicurezza materiale, ma anche la mera sensazione di esserci e proteggere.

E il fenomeno del cittadino giustiziere è un pericolo che grava sulla sicurezza della Collettività e minaccia la vita stessa dello Stato.

Marco FUAN

SaBrInA ha detto...

A quanto pare questa mera sensazione sono in pochi ormai ad averla;-) SG