domenica 1 luglio 2007

I "COMPAGNI" AMMETTONO: MEGLIO TARDI CHE MAI!


Durante la cerimonia a S. Pietroburgo in ricordo delle molteplici vittime dei gulag, due rappresentanti della sinistra italiana hanno espresso il loro dispiacere per quanto accaduto durante il regime Staliniano. Nello specifico, Bertinotti ha invitato ad una “riflessione profonda”, mentre il suo ‘compagno’ , Fassino, ha ammesso che il silenzio di Togliatti ha reso quest’ultimo complice di Stalin. Dichiarazioni ammirevoli, verissime… ma quanto sincere? Quanto sentite? Quanto può l’ex-segretario di un partito che ha come insegna nella propria bandiera la falce e martello su sfondo rosso sentire tutto questo? La risposta è semplice e forse, voglio sperarlo, Bertinotti l’ha capita, tardi ma l’ha capita. Forse ha inteso che l’uomo deve conoscere la storia, anzi, la Storia con la S maiuscola, senza occultamenti, al fine di imparare dagli errori fatti in passato. E forse si sta anche rendendo conto (probabilmente per esigenze elettorali) che nel terzo millennio l’uomo non può essere piegato all’utopia della massa e dei piani quinquennali. Il lavoro deve dare dignità all’essere umano, non togliergliela. In sintesi forse si è reso conto che il comunismo ormai è un’ideologia desueta e rimanendo ancorati ai suoi princìpi statici, si nega ogni tentativo di progresso. Il comunismo oggi non ha ragion d’esistere, è improponibile.

6 commenti:

Fabrizio Goria ha detto...

A dir la verità, il comunismo ha avuto la sua ragion d'essere solo nella mente di Marx, che non utilizzava nemmeno questo termine per definire la sua ideologia. Sono gli uomini che hanno interpretato come gli faceva comodo il pensiero dettato ne Il Capitale e lo hanno distorto fino a farlo arrivare come lo abbiamo tristemente conosciuto.
Al centro di tutto, non c'è mai stata la lotta di classe ma la brama di potere di chi strumentalizzava la lotta di cui sopra.
Se i nostri cari politici del centrosinistra e sinistra radicale hanno fatto quel passo, forse significa davvero che si son resi conto delle cazzate perpetrate negli anni dai rossi, come Fini fece in Israele, rinnegando in sostanza Mussolini, o quanto meno, una parte della sua vita politica.

PS: continua così! ;-P

Cordialmente,
Fabrizio Goria

SaBrInA ha detto...

Non ho niente da replicare su quanto hai detto, se non dirti grazie per il PS! ;)

Pautasio ha detto...

Oltre a impararla, dovremmo anche riuscire a guarire dalla storia: � empre stato un problema per noi italiani.
Ci scanniamo, per fortuna la maggior parte delle volte soltanto verbalmente, per cose che nel migliore dei casi sono accadute 30 anni fa. Ma va molto di moda darsi addosso l'un l'altro anche per cose che di anni ne hanno ormai 60 e pi�.
Il mondo sta cambiando troppo velocemente perch� ci ostiniamo a radicarci cos� ottusamente al passato. E, soprattutto, il mondo non ci aspetta, mentre ci attardiamo nelle nostre muffite elucubrazioni sul passato.
Guardare avanti con fiducia, una volta tanto, invece di voltarci indietro con nostalgia o rimpianto, non pu� che farci bene.

SaBrInA ha detto...

Se come dici tu, ancora ci attacchiamo a fatti accaduti 30 o 60 anni fa, è anche colpa di questa mancanza di chiarezza e la sua conseguente sete di verità. Se non vi fossero così tante questioni equivoche celate troppo a lungo probabilmente non vi sarebbe più motivo di "scannarsi". La storia non solo rappresenta una chiave per leggere meglio il presente, ma getta le basi per costruire un futuro migliore imparando dagli errori fatti in passato. Sono d'accordo con te quando dici che bisogna guardare al futuro con fiducia, ti assicuro che lo faccio già! A differenza tua però, non vedo il ricordo come un attaccamento ottuso al passato, anzi, se l'uomo in ogni epoca si fosse ricordato dei suoi errori, delle guerre precedenti e ne avesse considerato le possibili conseguenze, forse molte stragi si sarebbero potute evitare. Penso non si debba trascurare la storia perchè se spesso si è ripetuta tragicamente è proprio perchè l'uomo ha dimenticato troppo in fretta. La storia inoltre è cultura, è parte di noi, bene o male costituisce le nostre radici e una pianta senza radici muore alle prime intemperie prima ancora di poter sperare di spiegare i suoi rami verso il futuro.

Pautasio ha detto...

Non lasciarti obnubilare dal desiderio di "revanchisme", che rischia di confondersi con il reale desiderio di conoscere la storia.
Non ho detto che dobbiamo dimenticare la storia, ma solo che dobbiamo guarire da essa. E' un bene che ci sia maestra, è un male invece che ogni tanto ci faccia da pretesto

SaBrInA ha detto...

Non ho confuso le due cose, tranquillo. E tantomeno mi lascio obnubilare facilmente. Ribadisco che non si può parlare di futuro senza delle basi passate. M'incuriosisce poi il fatto che tu citi solo la storia di 30 o 60 anni fa... Forse ti sei risposto già da solo ed in modo abbastanza simile al mio. Per guarire dalla storia (anche se non mi sembra di esserne ammalata) bisogna prima inettarne una "dose": è il principio del vaccino. E noi Italiani non possediamo nemmeno una piccola goccia di Storia, per colpa dei troppi occultamenti, ed i sintomi mi sembrano evidenti nella società, visto che, come dici sempre tu, ancora oggi ci scanniamo. Una bella dose di Verità su fatti ormai passati non ci farebbe male... Credo di esser stata chiara. A buon intenditore poche parole!